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Milano che reagisce: quando la società esiste ancora?

Una visita guidata a Planet Farms e la sincronia con i diamanti di InBilico – Fiammetta Cicogna si pone come una donna che vuole alzare la posta in gioco, in un impegno per Milano

Agricoltura Verticale: Planet Farms

Guidando in autostrada da Milano a Bergamo, sulla destra si nota un capannone industriale illuminato con raggi verdi e rossi, a comporre il tricolore. Agricoltura verticale. L’impianto di Planet Farms si estende su un ettaro di terreno circa. Può produrre basilico e insalate in un mese quanto trenta ettari di campo agricolo in un anno (i calcoli sono approssimativi, servono alla sintesi). L’agricoltura verticale è una potenziale risposta alla crisi degli approvvigionamenti che la guerra in Ucraina ha reso eclatante, ma che sussiste da decenni. Naomi Klein l’aveva prevista negli anni Novanta. Sussistono complessità da risolvere. L’agricoltura verticale ha bisogno di gas per l’energia, e di terra per substrato, spesso d’importo – ma buone prospettive potrebbero aprirsi con tecnologie applicate a pirolisi.  

Milano e una nuova società

Nel tardo pomeriggio di settimana scorsa, a impianti rallentati verso il fermo giornaliero, Fiammetta Cicogna invitava alcune persone per una visita privata all’impianto di Planet Farms. Invitandole, queste persone, Fiammetta le sceglieva con logica e priorità intellettuale, rispolverando una definizione di società che sembra andata dispersa – quando appunto, per società si voleva raccogliere e accogliere in uno luogo che fosse salotto o corte, una rosa di menti pensanti. Condivisone di intenti e rispetto oltre al potere, un senso di unione, di reazione.

In macchina arrivando, si discuteva su come non sia più possibile coltivare ammirazione per qualsivoglia professione, se lo scopo di questa professione è soltanto il guadagno – non è più vero che si lavora solo per guadagnare, non è più vero che il successo si valuta su vanità ne fama mediatica (nonostante alle ragazze sia dato tra i valori femminili l’abilità di scattarsi un selfie). Oggi, si lavora per produrre un movimento positivo, per lasciare un segno, per un valore civile. Si chiama imprenditoria etica – ed è l’unico motivo per cui vale oggi la pena ritrovare una definizione di società.

Fiammetta Cicogna, carbonio e diamanti

La visita all’impianto era introdotta da Luca Travaglini, il proprietario del primo stabilimento la cui operatività è stata amplificata dalla finanza di Daniele Benatoff, dando vita al progetto di Planet Farms. Si poteva entrare dieci alla volta, con camice, copri suola e cuffia per non portare all’interno del processo alcun batterio esterno che potesse recar disturbo ai microrganismi del terreno. Il lavoro dei microorganismi nel terriccio è appunto un bilancio positivo al netto di una operatività produttiva: alimentando semi e radici per far crescere la pianta, i microorganismi stoccano carbonio sequestrandolo dall’aria. Fiammetta Cicogna ha scelto lo stesso impegno di ogni buon microorganismo della nostra Terra – stoccare carbonio per produrre valore – nel caso pragmatico tipico di una donna, Fiammetta usa il carbonio per produrre diamanti.

InBilico – diamanti creati

Lavorare è una questione di dettagli. Fiammetta invitava a comprendere l’agricoltura verticale per raccontare in sincronia, ritmo e rima, il proprio progetto di diamanti creati – in entrambi i casi, si parte da stoccaggio di carbonio che dall’aria viene tolto per produrre altro – il diamante è un cristallo di carbonio. Il progetto di Fiammetta Cicogna titola Inbilico – diamanti montati su segni minimali, tratti esili come quella fune su cui cammini restando in bilico – scrivevo sopra non a caso: lasciamo segni di luce nell’aria e ombre come tagli nel terreno – segni che si posano tra i lobi delle orecchie e tra le narici, tratti, punti, non capisci dove toccano o agganciano la pelle. 

Diamanti creati e diamanti sintetici

In laboratorio, i diamanti sono stati creati, non sono stati sintetizzati. La differenza è il valore: sintetizzare un diamante significa ricostruire i cristalli di carbonio ponendo gli atomi secondo l’architettura del cristallo; creare un diamante significa porre l’atomo di carbonio in un ambiente a temperature e tensioni elevate al punto da mimare gli anni e i metri di profondità nel sottosuolo, dove i diamanti di miniera si sono formati nei secoli. Il diamante sintetico è un diamante finto – il diamante creato è un diamante nuovo. I problemi restano comunque, – direbbe Naomi Klein – se togli le miniere, l’Africa Centrale tracolla in economica – ma si può ribattere che nel 2022, il rispetto non prevede il lavoro in miniera, né in Africa né tra le macerie della Russia. 

Milano, la città che reagisce

Al primo piano di Planet Farms, le luci dell’autostrada e le Tesla parcheggiate all’ingresso. Dopo la visita con i tecnici dell’impianto, Fiammetta si sedeva a tavola tra le scrivanie degli uffici direzionali. Intorno a lei, quella società che Fiammetta ha saputo scegliere già quando mi diceva che dovevamo mettercela noi, la faccia, se vogliamo risvegliare Milano dal torpore di una città che ancora si riduce ad adorare Instagram come quegli stupidi che ammiravano un maiale invece che le tavole di pietra scese dal monte. Non si trattava di festa, di musica, di risate – non è il momento della leggerezza, non è il momento di essere simpatici né divertenti.

Si può scrivere la parola società solo se sussiste un impegno almeno intellettuale di ogni singolo individuo presente – erano in trenta circa, seduti a un tavolo unico – e fra questi Davide Bollati di Davines, Silvio Campara per Golden Goose, Sara Farnetti per il Diabetes Research Institute – Veronica Vojo medaglia di bronzo ai giochi paraolimpici di Tokyo. Al centro del tavolo nessun fiore – ma zolle di terra spoglie, carbonio scuro, alcune radici per foglie di basilico tolte all’ultimo momento dalla catena di produzione. Milano non è mai stata e mai sarà una città di provincia – e se non fosse offesa da questa assenza di pioggia che perdura dal 5 gennaio, oggi sarebbe la prima città d’Europa.

Carlo Mazzoni

L’autore non collabora, non lavora né partecipa, non riceve compensi né finanziamenti, da alcuna azienda o organizzazione che possa ricevere vantaggi economici o di sorta dalla pubblicazione di questo articolo.

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