Sempre più diffuso nell’edilizia a ridotto impatto, eppure sminuito versione finta di materiali veri, il gres porcellanato ha un’identità e una vicenda italiana che inizia nella preistoria
Gres porcellanato: cos’è – caratteristiche del materiale
Il gres porcellanato è un tipo di piastrella di ceramica a pasta compatta, che negli ultimi decenni è popolare nell’ambito dell’edilizia civile. Lo si usa prevalentemente per pavimenti e rivestimenti. Il suo aspetto è variabile ed è scelto come surrogato del legno o del marmo, di cui può riprodurre l’estetica. Questa sua duttilità fa sì che si tenda a considerarlo una mera imitazione di materiali più pregiati – in altre parole, un materiale falso, una copia – una seconda scelta.
In realtà, il gres porcellanato non solo ha una sua identità ben precisa, ma presenta qualità che altri materiali, ritenuti superiori, non possiedono. Non da ultimi la sostenibilità e, in Italia, uno stretto legame col territorio.
Il Gres porcellanato è un materiale ecologico che nasce da materie prime naturali
Il gres porcellanato è un materiale ecologico che nasce dall’unione di materie prime naturali: argille ceramiche, feldspati (una tipologia di minerali), caolini (un tipo di roccia) e sabbia. Queste vengono prima macinate, poi pressate e infine cotte a elevate temperature, superiori ai mille gradi. A queste temperature si dice in gergo tecnico che le argille “greificano”, da cui il termine gres.
Le moderne tecnologie permettono di ottenere prodotti con formati, dimensioni e spessori variabili per rispondere a diverse esigenze. A seconda della lavorazione scelta, il prodotto finale può essere naturale o smaltato. Nel primo caso, il gres porcellanato presenta un effetto marmorizzato, simile, per l’appunto, al marmo naturale. La smaltatura consente, invece, di personalizzare le piastrelle con colori, fantasie e texture differenti.
Storia del gres porcellanato dal neolitico alla filiera italiana
Poiché il gres porcellanato nasce dalla cottura, le radici di questo materiale affondano nel neolitico. Fu, infatti, intorno all’XI millennio a.C. che gli uomini scoprirono di poter trasformare la terra in un materiale duro come la pietra attraverso il calore. Così, cominciarono a lavorare l’argilla, cuocendola poi direttamente sul fuoco per creare oggetti d’uso quotidiano. Da allora, questa tecnica ha sempre accompagnato lo sviluppo delle civiltà umane, che l’hanno perfezionata fino a giungere all’invenzione delle piastrelle in ceramica.
Queste furono create in Italia nel XV secolo, da artigiani che le producevano e le dipingevano a mano. All’inizio del Novecento fu, invece, avviata la produzione industriale per rivestimenti di pareti e pavimenti. Da apri fila fece il distretto modenese di Sassuolo, in cui sorsero aziende che sfruttavano l’argilla locale. Negli anni Cinquanta, con l’introduzione di nuovi macchinari, come la pressa automatica e il forno a tunnel, la produzione italiana di piastrelle si estese e diffuse ulteriormente.
Col passare degli anni e l’evoluzione delle necessità dei consumatori, i produttori di piastrelle misero a punto un rivestimento più moderno e performante. Nacque, così, negli anni Ottanta il gres. Inizialmente si trattava di un prodotto tecnico, utilizzato per lo più in ambienti industriali o commerciali. Se da un lato, questo nuovo materiale offriva prestazioni tecniche all’avanguardia, come la resistenza all’acido e al gelo, dall’altra presentava un’estetica carente. All’inizio era monocromatico e disponibile solo nelle tonalità mattone, poiché prodotto con argille rosse e ferruginose.
Successivamente, all’interno della filiera italiana, furono condotte ricerche e sperimentazioni volte a proporre un’estetica più moderna, variegata e accattivante. Fu allora che il gres si arricchì dell’aggettivo “porcellanato”, per via delle argille più pure, di colore bianco, che si cominciarono a utilizzare. Queste fanno sì che lo si possa personalizzare con pressoché qualsiasi colorazione, fantasia e finitura.
Ad oggi, il gres porcellanato risulta il materiale più usato per i pavimenti sia in Italia sia all’estero, dove rappresenta un’icona di Made in Italy. Stando ai dati di Confindustria Ceramica, nel 2021 la produzione di piastrelle italiane sarebbe valsa sei miliardi di euro, di cui cinque derivanti dall’export. In primis verso l’Europa, ma anche verso l’Oriente e il Medio Oriente.
Le caratteristiche di un materiale che piace alle case a ridotto impatto
Nelle case green di ultima generazione il gres porcellanato è diventato un must. Diverse sono le prestazioni tecniche e le caratteristiche ecosostenibili alla base della sua popolarità. In primis, è più resistente e durevole di altri tipi di pavimentazione, come il marmo o il parquet. Resiste agli agenti atmosferici, a graffi e urti, alle sostanze chimiche, al fuoco – non rilasciando sostanze nocive nell’aria in caso di incendio – e agli sbalzi termici, anche in virtù di un ridotto assorbimento di acqua. Lo si può rendere sicuro mediante trattamenti anti-sdrucciolo.
Il gres porcellanato – nella variante smaltata – è un materiale igienico perché è facile da pulire e resistente allo sporco. La smaltatura impedisce ai pigmenti di eventuali macchie di penetrare nei pori del rivestimento. La sua superficie priva di pori scongiura anche la possibilità che possano annidarvisi parassiti e batteri. Non trattiene l’umidità, evitando, dunque, la formazione di muffe e funghi. Per lo stesso motivo, non rischia di gonfiarsi, fessurarsi o scolorirsi nel tempo.
Il gres porcellanato aumenta l’efficienza energetica degli ambienti, riducendone l’impatto ambientale. Caratterizzato da inerzia termica, è in grado di moderare gli sbalzi di temperature in ogni stagione e condizione. Questo consente di massimizzare l’efficienza dei sistemi di riscaldamento e di raffreddamento. Nel primo caso, evita la dispersione di calore, lo trattiene e lo rilascia gradualmente e in maniera uniforme. Caratteristiche che lo rendono particolarmente indicato per i moderni sistemi di riscaldamento a pavimento. Nel secondo caso, garantisce un corretto isolamento termico dalle elevate temperature esterne.
L’imprenditoria etica del gres porcellanato: sostenibilità e Made in Italy
Il gres porcellanato è frutto di un’imprenditoria etica che presta attenzione all’ambiente e valorizza il territorio. Prodotto di una filiera interamente Made in Italy, questo materiale risulta ecosostenibile in ogni fase del suo processo di lavorazione e smaltimento.
Sul territorio italiano sono sorte diverse aziende produttrici di gres porcellanato in prossimità delle cave da cui vengono estratte le materie prime necessarie a produrlo, di cui la penisola è ricca. Questo consente di ottenere un prodotto a chilometro zero, riducendone l’impatto ambientale. Lo stesso avviene in fase di lavorazione, per cui si utilizzano sempre più spesso impianti alimentati con pannelli fotovoltaici. I moderni macchinari garantiscono anche un efficientamento energetico. Per potenziare la produzione si ricorre a mulini di macinazione a secco, che riducono il consumo di acqua. Tutte le acque di lavorazione possono poi essere recuperate e riutilizzate all’interno del processo produttivo. Gli impianti di recupero del calore consentono di abbattere le emissioni di CO2.
Inoltre, il gres porcellanato è riciclabile e riutilizzabile. Attraverso una lavorazione a secco è possibile riqualificare materiali cotti e crudi scartati dalla produzione. Ciò ovvia al problema dello smaltimento e consente di ottimizzare le risorse e limitare l’attività estrattiva.
Lusso etico: il gres effetto legno che riduce il disboscamento
Il parquet è da sempre considerato una delle pavimentazioni più pregiate. Negli ultimi anni, inoltre, sta conoscendo un revival per via della popolarità del design d’impronta nordica. Si tende poi a vedere il legno come un materiale ecologico per definizione, poiché naturale. Non bisogna, tuttavia, dimenticarsi che, sebbene oggi esistano tecniche per riciclarlo e filiere sostenibili, i rivestimenti in legno sono spesso ancora frutto di disboscamenti.
Il gres porcellanato è in grado di offrire un lusso etico agli amanti del parquet. Infatti, con le moderne tecniche di lavorazione è possibile riprodurre in toto l’aspetto dei diversi legnami, dai colori alle venature. In questo modo, si può godere del design dei rivestimenti in legno senza abbattere alcun albero. Lo stesso vale per il gres porcellanato effetto marmo, che aiuta a preservare un altro materiale naturale soggetto a esaurimento.
Gres porcellanato smaltato: anche gli smalti sono ecologici?
Per conferire al gres finiture diverse lo si sottopone a smaltatura. Viene, dunque, da chiedersi se questa procedura non ne alteri la composizione naturale. La risposta è: dipende. Gli smalti si ottengono miscelando tre elementi: un vetrificante, uno stabilizzante e un fondente.
Come vetrificante si utilizza la silice, derivante da materiali naturali come minerali (zinco e feldspati) o ceneri (vulcaniche e vegetali). Da stabilizzante, anche detto refrattario, funge l’allumina, a sua volta ricavabile da feldspati, argille o ceneri vulcaniche. E fin qui, tutto bene.
L’unico componente che può presentare delle problematiche è il fondente. Per le alte temperature di cui necessitano gres e ceramica, infatti, si può optare per ossidi alcalini (sodio, potassio e litio), alcalino-terrosi (calcio e magnesio), boro, zinco o bario. Ora, non tutti questi elementi sono ecologici. Il bario è tossico e il litio non è realmente sostenibile. Estrarlo comporta un alto dispendio d’acqua, tanto che alcune zone minerarie – come Salar de Atacama in Cile – sono state colpite da siccità. Inoltre, la sua lavorazione può portare a un rilascio di sostanze chimiche tossiche nell’aria, come l’acido cloridrico, e a uno sversamento di acqua salina nell’ambiente.
In Italia, comunque, le aziende produttrici di gres si impegnano a non utilizzare sostanze nocive e a riutilizzare gli smalti recuperati all’interno delle cabine per verniciature. Un procedimento che, secondo le stime di Confindustria Ceramica, consentirebbe un abbattimento medio di quattrocentocinquantamila chili di CO2 all’anno.
Gres porcellanato
Il gres porcellanato è un rivestimento in ceramica che nasce in Italia. È apprezzato per la sua resistenza e durevolezza, nonché per le sue proprietà igieniche, antisettiche e antifungine.
Spesso considerato erroneamente come una copia di rivestimenti più pregiati, è in realtà un materiale ecologico e sostenibile, che alimenta un’imprenditoria e un lusso etici basati su principi di riciclo, riduzione dell’impatto ambientale e salvaguardia delle risorse naturali.