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Pella vista dal lago
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Design e imprenditoria etica sulle rive del Lago d’Orta

Sul Lago d’Orta, dal miracolo di San Giulio all’amore di Nietzsche per Salomé, dalla manifattura di rubinetti alla nascita dell’hotel Casa Fantini – una costante: il silenzio

A Orta San Giulio con Friedrich Nietzsche e Lou von Salomé

La località più turistica del Lago d’Orta è Orta San Giulio, comune situato sulla sponda est. Qui, nel maggio 1882, giunsero il filosofo tedesco Friedrich Nietzsche e la futura scrittrice e psicanalista russa Lou von Salomé, durante il loro Grand Tour. I due viaggiavano in compagnia della madre di lei e dello scrittore e filosofo tedesco Paul Rée. 

Un giorno, Salomé e Nietzsche si recarono al Sacro Monte – un santuario a circa quattrocento metri sopra il lago, dove venti cappelle affrescate e 375 statue in terracotta a grandezza naturale raccontano la vita San Francesco d’Assisi. Salomé e Nietzsche si intrattennero sul Sacro Monte così a lungo da indispettire i loro accompagnatori. Alcune testimonianze vogliono che sul Sacro Monte i due si siano baciati. Certo è che Nietzsche in quest’occasione si invaghì di Salomé al punto da chiederle di sposarlo, per la seconda volta. Ricevette un rifiuto, per la seconda volta. La delusione d’amore sarebbe all’origine di Così parlo Zarathustra – si dice che il filosofo abbia iniziato a scrivere l’opera sul Lago d’Orta.

Casa Fantini a Pella, sul Lago d’Orta

Sulla riva più quieta del Lago d’Orta, nella località di Pella, si trova Casa Fantini, design hotel nato nel 2017 da un’idea di Daniela Fantini. Casa Fantini si compone di due edifici, uno risalente al Diciannovesimo secolo e uno di recente costruzione, affacciati sul Lago d’Orta, su una lingua di terra dirimpetto all’Isola di San Giulio, altresì nota come Isola del silenzio. A occuparsi della progettazione del nuovo edificio e della sua fusione con quello preesistente è stato l’architetto Piero Lissoni. 

Casa Fantini: il progetto di design affidato a Piero Lissoni 

Il progetto di Piero Lissoni per Casa Fantini integra il design contemporaneo dell’albergo nel contesto tradizionale del borgo di Pella, animato da vecchie case di pescatori.

Agli interni bianchi con resina chiara fanno da contraltare gli esterni in cemento armato ricoperti di U-Glass grigio scuro. Una trama di design che unisce interno ed esterno: le ampie pareti in vetro consentono un gioco di trasparenze e mettono in comunicazione con l’acqua del lago. Il verde è colore dominante, utilizzato per il pergolato che collega i due blocchi di cui si compone l’edificio. Nelle camere – undici, situate nella struttura più recente e tutte vista lago – le pareti in vetro blu richiamano le acque lacustri, che vi si riflettono al tramonto. Nel giardino, la piscina è racchiusa in una cornice di pietra: una citazione del lago.

I Balocchi: da oggetti di design a strumenti d’imprenditoria etica 

Nei bagni dell’hotel i rubinetti sono Fantini. Daniela Fantini è alla guida dell’azienda di famiglia – Fantini Rubinetti. La sede storica si trova sul Lago d’Orta, poco distante dall’albergo, ed è stata recentemente ristrutturata da Piero Lissoni seguendo lo stesso concept dell’hotel. 

A consacrare la Fantini Rubinetti al mondo del design fu la linea I Balocchi, progettata nel 1977 da Mercatali e Pedrizzetti. Si trattava di rubinetti colorati e giocosi, con forme e volumi marcati, ispirati al Pinocchio di Carlo Collodi. 

L’azienda è oggi presente in cinquanta Paesi e ha superato i quaranta milioni di fatturato. Daniela Fantini vuole preservare i valori dell’imprenditoria etica, che racconta di avere ereditato dal padre e dallo zio. Nel 2012 è stata lanciata l’iniziativa 100 fontane: Fantini for Africa. Coinvolgendo clienti e partner internazionali, la Fantini Rubinetti ha promosso la costruzione di un acquedotto nell’area collinare di Masango, in Burundi. Nell’ambito del progetto sono state realizzate dodici fonti per captare acqua dalla roccia e centotrenta fontane, situate nei pressi di diversi villaggi con una popolazione totale di circa venticinquemila abitanti. 

La rinascita del Lago d’Orta – gli interventi a tutela dell’ecosistema

Il panorama industriale del Lago d’Orta non è sempre stato attento alla sostenibilità, tanto da averne messo a repentaglio l’ecosistema nel secolo scorso. A partire dal 1926 l’industria tessile tedesca Bemberg, che qui produceva rayon tramite il processo cupro-ammoniacale, prese a sversare rame e solfato d’ammonio nel lago. Nel giro di pochi anni questo comportò la scomparsa della maggior parte degli organismi che lo abitavano. La situazione si aggravò negli anni Sessanta, a causa delle attività elettrogalvaniche di aziende produttrici di rubinetterie e casalinghi. Queste scaricavano in acqua metalli quali sali di rame, cromo, nichel e zinco.

Se ne trova una prova nel racconto Il ragioniere-pesce del Cusio di Gianni Rodari, pubblicato nel 1978. L’eroe del racconto è un ragioniere metà uomo e metà pesce che tenta di ripulire il lago. Tre anni dopo, Eugenio Montale lo descrive come un luogo «dove neppure un’anguilla/tenta di sopravvivere» nella lirica Sul Lago d’Orta.

Negli anni Ottanta cominciano a vedersi i primi segnali d’impegno umano a favore del lago. Gli scarichi venefici vengono chiusi, si costruiscono collettori fognari nelle zone urbane limitrofe e si attuano interventi di liming. Questi consistono nel rilasciare carbonato di calcio nell’acqua per contrastarne l’acidità e ripristinare un habitat favorevole alla vita. Nel 1989 vengono anche reintrodotti alcuni taxa, raggruppamenti di organismi che aiutano a ricostruire la catena alimentare. È l’inizio della rinascita del Lago d’Orta.

Isola di San Giulio: un cammino nel silenzio

La leggenda vuole che l’isola di San Giulio fosse un tempo infestata da serpenti, draghi e creature mostruose. Nel 390 d.C., San Giulio, in fuga dalla Grecia per via delle persecuzioni contro i cristiani, sarebbe arrivato sul Lago d’Orta. Navigando sul suo mantello, avrebbe raggiunto l’isola e sconfitto tutte le creature malvagie che la abitavano, per poi edificarvi una chiesa – la sua centesima. La Basilica di San Giulio. Qui sono custodite le spoglie del santo.

L’Abbazia Benedettina Mater Ecclesiae sull’Isola di San Giulio

Altro luogo di culto dell’isola è l’Abbazia Benedettina Mater Ecclesiae, oggi abitata da monache di clausura. Si occupano di preparare il “pane di San Giulio” per la festa patronale, osservano la regola del silenzio e si dedicano ad attività come la traduzione di testi antichi, la produzione di icone dipinte, il restauro di tessuti antichi e la tessitura di paramenti liturgici.

L’ordine Mater Ecclesiae fu fondato da Anna Maria Cànopi nel 1973 e si stabilì sull’isola nel 1989. Anna Maria Cànopi ricoprì la carica di badessa fino al 2018, dedicandosi nel frattempo allo studio della letteratura patristica e alla scrittura di opere sulla storia del monachesimo e sulla spiritualità cristiana. Nell’abbazia, oggi guidata da madre Maria Grazia Girolimetto, vivono attualmente circa settanta monache. Portano avanti la tradizione di Guglielmo da Volpiano, monaco benedettino che nacque sull’Isola di San Giulio nel 962 e si adoperò per diffondere il monachesimo in Europa. 

L’isola di San Giulio è conosciuta come “Isola del silenzio”

Isola di San Giulio o Isola del Silenzio. Un sentiero ad anello percorre il perimetro di questa terra emersa, disseminato di cartelli con aforismi sulla meditazione, la contemplazione, e il valore del silenzio come esercizio per comprendere se stessi e rispettare gli altri. 

Daniela Fantini e Fantini Rubinetti

Daniela Fantini ha raccontato la storia di imprenditoria familiare nel libro uscito nel 2021 per Rizzoli, Report from the Waterfront. Fantini: storie di una fabbrica del design italiano. Il padre Giovanni, che veniva da una famiglia di cuochi, voleva fare il pilota, ma la Seconda guerra mondiale infranse i suoi sogni. Sopravvissuto ai combattimenti in Grecia e alla prigionia in Germania, si procurò un tornio e si mise a vendere i suoi prodotti alle aziende di rubinetteria della zona. Poi, nel 1947, decise di fondare la propria impresa insieme al fratello.

Specchi nella sala ristorante di Casa Fantini
Specchi nella sala ristorante di Casa Fantini
Casa Fantini design minimale e sistema di illuminazione geometrico
Casa Fantini design minimale e sistema di illuminazione geometrico
Casa Fantini vista dal lago
Casa Fantini vista dal lago
Il camino acceso Casa Fantini
Una delle suite di Casa Fantini
Una delle suite di Casa Fantini
Casa Fantini zona bar
Casa Fantini zona bar
Casa Fantini, bar
Casa Fantini bar
Ingresso di Casa Fantini
Ingresso di Casa Fantini

L’autore non collabora, non lavora né partecipa, non riceve compensi né finanziamenti, da alcuna azienda o organizzazione che possa ricevere vantaggi economici o di sorta dalla pubblicazione di questo articolo.

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