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dettaglio nel riflesso dell'acqua della Laguna di Venezia
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La sfilata di Armani a Venezia: come sono stati comprati i crediti di carbonio?

Per compensare l’inquinamento prodotto dalla sfilata evento a Venezia, il gruppo Armani ha sostenuto progetti di rigenerazione in Laguna comprando crediti di carbonio

Giorgio Armani e la sfilata a Venezia: la consapevolezza che il lusso debba essere etico

Senza voler passare inosservato, Giorgio Armani ha presentato una sfilata di abiti a Venezia. Un sabato sera, durante le giornate del Festival del Cinema: centinaia di invitati, la stampa internazionale, gli amici attori e i talenti più giovani che speriamo convinceranno anche domani. Giorgio Armani è consapevole di come il mondo del lusso abbia una responsabilità – sia obbiettiva, sia culturale – durante tali esposizioni mediatiche: la responsabilità di insegnare qualche cosa di buono per tutti e per la comunità – non solo per i suoi ospiti e per i suoi clienti. 

Giorgio Armani conferma quello che sembra un assurdo, per chi fa il suo lavoro, quando ripete ancora una volta come si debba insegnare ai propri clienti che bisogna comprare di meno. Armani definisce una responsabilità per l’intera industria del lusso: il lusso per essere tale, deve essere etico. 

Armani a Venezia: il calcolo di CO2 emessa, e i progetti di rigenerazione in Laguna: espressione di imprenditoria etica

Con questo intento, Armani ha calcolato la quantità di emissioni di CO2 che la sfilata ha prodotto: dalle logistiche ai trasporti, alla produzione dell’evento finanche agli aerei di chi ha voluto esserci volando arrivare dall’altra parte del mondo. Ottenuto il risultato di questo calcolo, Armani ha conseguentemente comperato crediti di carbonio a compensazione – in altre parole, ha finanziato progetti di rigenerazione ambientale e di biodiversità che sono operativi in Laguna e nel Mare Adriatico.

Oltre all’oggettiva positività di un tale gesto, il potere mediatico di una sera per Armani a Venezia permette di aggiungere al gesto anche un messaggio: quindi, lasciando il report su quale attrice potesse indossare quale abito ad altre testate più idonee di questa, raccontiamo nel dettaglio i progetti che Armani ha finanziato compensando la CO2 emessa. 

Progetti che, a tutti gli effetti, sono espressione di imprenditoria etica – adesso sì, uno dei temi fondanti del giornalismo di Lampoon. L’esempio di Armani sottolinea come debbano essere proprio le aziende che vogliono posizionarsi nel riferimento del lusso, a raccontare come il lusso non sia più una questione di logo o ricami o glitter, ma sia la confermata certezza di una filiera produttiva di rispetto. 

Filiera di rispetto: definizione e significato. Non c’è niente di più costoso della sostenibilità

Cosa si intende per filiera produttiva di rispetto? Una filiera che mentre produce migliora la comunità a cui appartiene. Una filiera che produce lavoro ben retribuito al distretto urbano e rurale a cui riferisce; che si evolve cercando sperimentazioni abili a migliorare la tradizione manifatturiera; – e così discorrendo, senza voler riassumere questo e quanto altro in quella sola parola ormai troppo abusata che è sostenibilità. Non c’è niente di più costoso della sostenibilità. 

Sequestrare carbonio: alghe e acqua salmastra

Il carbone – o carbonio – non va eliminato. Il carbonio va spostato dall’atmosfera dove l’uomo continua a rigettarlo, al sottosuolo, dove la natura lo ha predisposto. Sequestrare carbone significa riportare il carbone nelle profondità del suolo, dove possa fermarsi – ovvero, per intenderci, oltre lo scalpello di un aratro. Ci sono metodi per fare questo – e sappiamo che tra i tanti, il primo, principale e primario rimane piantare alberi. In laguna, dove agli alberi manca la terra, ci sono le alghe in grado di sequestrare altrettanto carbonio con la fotosintesi, ce he all’arrivo dell’inverno muoiono e si depositano nei fondali melmosi. L’acqua salmastra è un sistema di stoccaggio di anidride carbonica. 

Ecosistemi, emissioni e sequestro di CO2: Armani sostiene Sea the Challenge e Blue Valley

Un ecosistema in grado di sequestrare CO2 può essere una foresta, una palude salmastra, una prateria di salicornia, una costa di mangrovie. L’attività volta alla cura di tale ecosistema può essere quantificata e verificata, e genera crediti di carbonio. Questi crediti sono negoziabili sui mercati del carbonio per le aziende che vogliono compensare le emissioni – così come stiamo raccontando ha voluto fare il gruppo Armani nel contesto della sfilata a Venezia. Le entrate economiche derivanti dalla vendita di crediti di carbonio che Armani ha voluto acquistare, hanno contribuito a finanziare la conservazione e il ripristino di ecosistemi propri alla Laguna di Venezia: operativamente, questi progetti sono portati avanti da due entità: Sea the Change e Blue Valley.

Un esempio concreto. La gestione estensiva della pesca è rispettosa dei ritmi naturali del ciclo vitale del pesce, produce un’assistenza veterinaria, fortifica la fauna marina studiandone la genetica e aumentando le difese dei branchi dagli attacchi di parassiti e di altri agenti patogeni. Grazie al lavoro che i pescatori di biologico e di qualità estensiva conducono nella valle lagunare di Dogà volti al mantenimento degli equilibri biologici, Blue Valley riesce a contabilizzare crediti di carbone generati a Venezia e a certificarli.

Crediti di carbonio certificabili e gli standard misurabili

Affinché i crediti di carbonio siano certificabili, questi devono soddisfare gli standard stabiliti per la contabilità e la verifica del carbonio, come il Verified Carbon Standard o il Gold Standard. Gli standard aiutano a garantire che i crediti siano riduzioni di carbonio reali, misurabili, e che i progetti ne soddisfino i criteri. 

Armani e la donazione a We are here Venice – l’iniziativa Vital in collaborazione con LagunaB

Ancora: Armani ha previsto una donazione a We are here Venice, organizzazione del Terzo Settore dedita alla conservazione di Venezia. Tra le operazioni di We are here Venice, vogliamo dare attenzione a Vital, un’iniziativa avviata del 2019 in collaborazione con LagunaB – la manifattura di bicchieri di Murano e di goti veneziani che Marcantonio Brandolini porta avanti nel nome e nella memoria di sua madre, Marie Brandolini. Con il progetto Vital, le operazioni di We are here Venice, si concentrano sulla rigenerazione delle paludi lagunari e delle saline. 

Le paludi e le saline di Venezia – i residui melmosi e la salicornia

Per secoli, la città di Venezia ha voluto drenare gli strati paludosi, pensando di bonificare, senza comprendere come le paludi collaboravano alla stabilità alle terre emerse. Il professor Andrea D’Alpaos dell’Università di Padova spiega come le paludi si stiano asciugando, e come siano diminuite da quasi 80 chilometri quadrati di due secoli fa, alla metà di oggi. I sedimenti che alimentano in fondi melmosi delle paludi non sono altro che carbonio stoccato, habitat consistente per microorganismi acquatici che densificando la materia crea micro dighe naturali. Discorso simile per le saline, che altresì lavorano come filtro per la terra ferma, e come fonte di materia organica sia per la fauna sia per la flora: in questo habitat per esempio cresce la salicornia, sfruttabile nella filiera alimentare.

Carlo Mazzoni

L’autore non collabora, non lavora né partecipa, non riceve compensi né finanziamenti, da alcuna azienda o organizzazione che possa ricevere vantaggi economici o di sorta dalla pubblicazione di questo articolo.

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