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Qual è l’albergo migliore d’Italia? Al netto di opinioni personali

Per imprenditoria etica, per sostenibilità e buon vivere italiano – non si tratta di decoro, non si tratta di opinione, non si tratta di lusso né di marketing: si tratta dell’albergo, dell’hotel, migliore d’Italia

Il settore alberghiero e la sostenibilità, un avamposto – quando ben gestito

Un giorno le nostre abitazioni produrranno energia in indipendenza. I condominii saranno dotati di dissipatori differenziali e di impianti di pirolisi. Prima dei condominii, conosceremo l’innovazione in albergo. 

Il settore alberghiero ha un ruolo di avamposto nella guerra contro lo spreco, contro il consumismo, contro l’inquinamento del vivere quotidiano di tutti noi – a favore di abitudini nuove, di un ragionamento sostenibile e condiviso. Hotel di lusso, ma non solo – il turismo, soprattutto in Italia, quando ben gestito, è un settore positivo per economia, entrata e spesa. Quando ben gestito, bisogna sottolineare. Qual è il miglior albergo d’Italia per sostenibilità? Piace ciò che piace e le preferenze sono personali – ma al netto di ogni opinione, ci sono razionalità che possono decretare un primato. 

L’albergo migliore d’Italia non è il più costoso

Esistono affittacamere a Noto con un livello di lusso che a Parigi non sanno immaginare. L’albergo migliore d’Italia non è quello più costoso. Non è l’hotel disegnato dall’archistar, non è quello che ospita feste con personaggi. Probabile che l’albergo migliore d’Italia non abbia bisogno di marketing – anzi, forse il marketing potrebbe essere un punto negativo rispetto alla virtù del primato. Può essere in città, o in montagna o al mare. 

Per l’edizione digitale di Lampoon, nell’unica sezione che si può definire Life Style di questa nostra testata e che porta il titolo di Lampoon Library, continuiamo a recensire alberghi, in Italia e nel mondo. La lista non può e non vuole essere completa: è una selezione parziale, basata su rilevazioni professionali. Cerchiamo di dare una revisione obbiettiva delle attività alberghiere che visitiamo, analizzando le pratiche quotidiane della gestione sostenibile. Sostenibile non è una parola noiosa, vuol dire rispetto e rigore. 

Materie prime, tessuti – il lusso dell’ospitalità: il detersivo del Six Senses, le lenzuola di fibra di legno al Grand Hotel Tremezzo, le viscose

La prima attenzione è la scelta delle materie prime: i tessuti, le lenzuola e gli asciugami, il rivestimento dei divani; l’assenza o la limitazione della plastica; la gestione dell’energia e dell’acqua; gli ingredienti per la cucina. Per Lampoon, una buona responsabilità in queste – e altre, pratiche – è l’unica definizione che sia possibile dare oggi alla parola lusso. Ancora prima del lusso, una rivista come Lampoon vuole presentare il settore alberghiero come potenziale di una migliore imprenditoria etica.

Six Senses ha aperto a Roma – incontrai un manager di questa proprietà a Singapore, cinque anni fa: la prima cosa che mi raccontò fu come le erbe e i frutti usati per mixare i cocktail fossero raccolti invece che smaltiti, messi in maceratore per produrre il detersivo naturale con cui si procedevano alcune operazioni di pulizia in cucina (l’evoluzione di nonna che mette aceto in lavastoviglie al posto del brillantante). 

Al Grand Hotel Tremezzo, si dorme in lenzuola tessute con un filo lavorato dalla fibra del legno. L’effetto è simile alla seta – ed è possibile acquistarle tramite il negozio dell’albergo. Le lenzuola sono prodotte dalla ditta Beltrami. A una analisi più approfondita tramite gli esperti, si comprende come un filo lavorato dalla fibra di legno altro non è che una viscosa. Oggi le viscose possono essere prodotte con materie di scarto – gusci dei crostacei, bucce degli aranci –quando furono inventate, le viscose erano prodotte con la cellulosa degli alberi. 

Il termine viscosa nasce come aggettivo – una materia viscosa, tra il solido e il liquido, consistente, abile a essere premuta e a fuoriuscire tramite fori dal diametro minimo. La materia viscosa produce i fili a estrusione. I fili a estrusione sono in vero simili alla seta, ma per il legante che tiene unito il substrato, sono un composto sintetico. La viscosa è un filo sintetico in mescola con materiale organico. Lenzuola tessute in filo sintetico possono essere piacevoli la prima notte – ma non permettono traspirazione al corpo umano, hanno bisogno di un lavaggio costante per evitare un sentore di stantio. Il lavaggio frequente di lenzuola sintetiche porta all’abrasione del tessuto stesso, con conseguente rilascio e dispersione di microparticelle sintetiche – ovvero, microplastiche. Dove ci sono le microplastiche, non ci sarà mai niente di sostenibile.

I problemi della gestione alberghiera: il personale e la provincia fuori dalle grandi città – il punto focale è la filiera corta

Uno tra i problemi maggiori per la gestione alberghiera è il reclutamento e l’affiliazione del personale. Si può dire che oggi sia un problema trasversale a tutte le forme imprenditoriali – ma per l’alberghiero è più complesso per due ragioni. La prima è la stagionalità. Restando sul Lago di Como, tutte le attività sembrano chiudere da novembre a marzo. Sia il microclima del lago, sia l’offerta culturale della zona potrebbero dare consistenza all’apertura annuale più di quanto si possa pensare per una località sul mare. Villa d’Este ha registrato un tentativo nell’ultimo periodo di Natale 2023. Per un impiegato, logica vuole che un lavoro stagionale sia meno appetibile di un lavoro annuale. 

La seconda problematica è il luogo dove molti alberghi si trovano – la provincia e la campagna, fuori dalle grandi città, dove molte persone vorrebbero vivere a avere una vita sociale. Il punto focale di questo testo: l’albergo è un catalizzatore di filiera corta. Un acceleratore di imprenditoria etica, locale sostenibile, e di costruzione di un distretto economico e sociale. L’albergo, in particolare quello che prevede un target alto spendente, deve investire nel territorio dove opera. 

L’albergo migliore d’Italia e il patrimonio alberghiero

Qual è l’albergo migliore d’Italia, oggi, o quanto meno per l’anno 2024? Prima di scrivere il nome, diamo per inteso sia quello che rispetta alcune tra le righe sopra esposte e sotto a seguire. Il patrimonio alberghiero è un patrimonio nazionale di cui dobbiamo sentirci responsabili e coinvolti: un po’ come quando vi preoccupate di un ospite che arriva a casa vostra, e vi ricordate dell’educazione borghese insegnatavi da vostra madre. Tutti vogliono venire in Italia a fare le vacanze, così come anche a noi italiani piace fare le vacanze in Italia: siamo sovranisti su poche cose, ma tra queste poche ci sono le vacanze e il vino. 

Niente moquette, la bioedilizia, il legno, gli alberi e la CO2 – l’imprenditoria etica

Pochi esempi di dettaglio che definiscono ogni buon albergo italiano. Ai pavimenti non c’è la moquette: era poco igienica prima della pandemia, oggi dà un senso di infelicità generica. Niente moquette, da nessuna parte. Non importa che attutisca i rumori in corridoio – sono più fastidiosi i microbi che la moquette trattiene.

Le materie edili devono essere locali, definizione di sostenibilità. Se proprio si vuole scegliere il marmo, che questo marmo sia nobilitato. Una pietra locale, della montagna vicina, può essere una gradazione di colore più coerente alla luce della finestra. Il cemento sia una miscela di argilla, quella ricavata dello scavo delle fondamenta, mescolato alla sabbia del terreno. Un esempio di procedura è stato dato da Matteo Thun ormai anni fa, nella realizzazione del Vigilius a Lana, vicino a Merano. Un altro esempio è la Tenuta dell’Argentaia, a Magliano in Toscana.

Costruire in legno italiano, preferibilmente massello, acquistato durante il controllo forestale. Gli alberi non hanno vita eterna – se restano in natura, muoiono e restituiscono il carbonio assorbito durante la loro esistenza all’atmosfera. Ci si confonde tra il concetto di sequestro di CO2 e di stoccaggio di C02 – costruire in legno, bloccare il legno in manufatti o edifici semi perenni, è attività positiva e sostenibile. In questo contesto, usare il legno di canapa nella formazione della calce, è la base più attuale di quella che si chiama bioedilizia: un albergo oggi, ancor più se di recente costruzione o restauro dovrebbe essere un esempio eclatante di bioedilizia – sia per proprio tornaconto economico, già dicevamo sopra, sia anche per migliore racconto di marketing e pubblicità. Ancora e ancora: si tratta di imprenditoria etica.

I tessuti e i colori naturali, tende e arredi

I tessuti devono essere naturali – lino, cotone, lana – soprattutto canapa. La canapa è l’unica fibra che possa essere definita sostenibile per l’industria tessile. Gli alberghi dovrebbero scegliere tessuti in canapa in prima istanza. I requisiti ignifughi sono trattamenti applicabili. Una camera con tende, rivestimenti e arredi realizzati con tessuti naturali e non sintetici, presentano un profumo fresco – a confronto con l’odore di involucro chiuso che appare in quelle camere con tessuti in poliestere abile a stampe molto colorate. Un tessuto di canapa è termoregolatore, e potenzialmente antibatterico.

I colori devono essere naturali – che non significa bianchi. Il bianco ottico non è un colore che si trova in natura – persino il cotone non risulta in un tessuto bianco compatto. Per ottenere il bianco servono passaggi di ossigenazione in chimica. Il colore naturale è quello della fibra, sempre screziato, mai omogeneo, tenendo alla sabbia, all’ocra alla paglia – al colore del legno. Un tessuto con colore naturale è quello più abile ai lavaggi costanti, riducendo residui inquinanti e sintetici.

Niente plastica – il test del bagno, i saponi, la carta igienica

Niente plastica. Non ci deve essere quasi niente in plastica. La plastica va eliminata – e comunque mai scelta: che sia una sedia per l’esterno, un lettino in spiaggia. Che sia la posa con cui viene riportata la biancheria dopo il servizio di lavanderia. Niente plastica. Un albergo oggi studia ed elabora le sue operazioni riuscendo a ridurre ai minimi l’utilizzo di plastica.

Un test di prova è il bagno. Il cestino sotto il lavandino non deve avere il sacchetto di plastica. Deve essere in metallo e deve essere disinfettato una volta al giorno. In un albergo dove il prezzo a notte supera il costo di mille euro, i bagni devono avere una finestra. La gestione dei saponi deve essere dichiarata: non si può pensare che per lavarsi le mani nelle ventiquattro ore, si possa sprecare una saponetta che rimane quasi intatta. La saponetta può essere raccolta, sciolta a bagnomaria, disinfettata ad alte temperature e riformata. Un albergo dovrebbe potere e sapere implementare la gestione degli sprechi. I saponi liquidi possono essere offerti in contenitori a riempimento, ma ci deve essere un meccanismo di apertura delle bottigliette che solo lo staff può disporre. 

La carta igienica non deve essere troppo vicina al gabinetto – la minzione maschile può produrre gocce di rimbalzo sulla ceramica. Così come il sapone, i rotoli devono essere rigenerabili. In un mondo dove la stitichezza imperversa, nei pressi del gabinetto, uno sgabello per sollevare le ginocchia deve essere disponibile, con il suggerimento all’utilizzo. Anche questo può essere una buona pratica di marketing e affiliamento del cliente: nessuno ti sarà mai più grato di quello a cui hai insegnato come meglio scaricarsi la mattina. 

Anche una sola pecca sulla cura della pulizia di un albergo va segnalata: nel rispetto dei soldi che noi stiamo spendendo ma anche per allertare la struttura su un problema oggettivo. La vostra lamentela saprà essere costruttiva: siamo capace di trasformare un rimprovero in una cortesia?

Il migliore albergo in Italia oggi – le arance, lo zucchero, la farina di ceci, l’indice glicemico

Qual è il migliore albergo in Italia oggi? Le arance sono spremute al momento, non un’ora prima; la frutta deve essere di stagione, e locale. Un hotel dovrebbe avere un proprio orto, certamente se circondato da un ambiente campestre – potrebbe averlo sul tetto di un edificio urbano – considerando che le strutture urbane sono attive su un’edilizia ad ampia metratura. Molti avocado li puoi trovare in Messico, in Spagna – forse in Sicilia. Non in montagna. Neanche il salmone può essere presente a profusione. Il cioccolato sarà mescolato alle nocciole italiane – con poco zucchero. Pochi grassi. Le torte italiane con poco burro, le focacce senza strutto ma con olio di oliva – non è necessario un sondaggio per ricordarsi quanto possa piacere a tutti una colazione con una focaccia sfornata. Ancora meglio la farinata, la farina di ceci ha un buon bilanciamento proteico rispetto ai carboidrati, un basso indice glicemico.

Un albergo può insegnare alcune pratiche per migliorare la vita a casa. Non solo per sostenibilità – più semplicemente per il buon vivere. Un ospite grato, affascinato e istruito a giornate migliori, avrà voglia di tornare dove tanto gli sia stato insegnato. Un ristorante gourmet non deve sostituire una cucina tradizionale, semplice e casalinga: la maggior parte delle persone che arrivano in albergo, se non si sentono a casa, se ne tornano alla propria. 

Il minibar, il CBD e i preservativi – il cavedio del Gritti a Venezia

In una stanza ci deve essere un tavolo dove poter lavorare al computer. Viviamo in balia della connessione: per staccarsene, bisogna domarla. Il servizio serale – la copertura che è d’obbligo nelle strutture a cinque stelle – non deve arrivare prima delle venti, se non quando c’è ha la certezza che l’ospite sia uscito per la sera. Il minibar può essere aggiornato – non prodotti da supermercato, ma anche questi scelti con la cura della filiera corta. Olio di CBD e preservativi possono essere un omaggio. Gli affacci al cavedio non sono concepibili in un hotel dove la stanza base chiede 500 euro, neanche a Venezia – dove invece può succedere al Gritti. 

Le stanze degli hotel di lusso, le finestre e l’aria condizionata

Se si tratta di hotel di lusso, una stanza deve avere una pertinenza esterna: se non un terrazzo, un balcone; se non un balcone, una finestra a terra. Alle finestre, per i profumi d’estate, ci devono essere le zanzariere. Se è vero che gli americani sono i primi clienti degli alberghi italiani; se è vero che gli americani preferiscono l’aria condizionata anche all’ossigeno – è vero che gli Americani arrivano in Italia per trovare il profumo dei nostri fiori. La luce della luna e il vento che filtra tra i listelli delle persiane. Sono queste esperienze quelle che danno gloria alla memoria – ce lo insegnava Proust a Dueville. Diamoci fiducia: l’aria del mare d’estate di notte può competere contro un soffio gelido.

Albergatori e influencer: sostenibilità e pubblicità – Carolina Perez e il DUCO

Qualcuno può dire che queste indicazioni siano opinabili – certamente lo sono. A ribatterlo, sono soprattutto quegli albergatori che di tali dettagli vedono la fatica. L’albergatore in lamento, tra fastidio e inerzia, sarà lo stesso che alloca budget per l’invito a influencer, convinto delle conversioni e sorvolando sulla reputazione – piuttosto che annoiarsi con la sostenibilità “che è solo una moda, che riempie la bocca ma che in realtà non interessa a nessuno”

Diffidate quando vedete troppa comunicazione e pubblicità: se un albergo ne ha bisogno, non è un buon segno. Ci sono alberghi che hanno rovinato il loro percepito per colpa di comunicazione digitale senza criterio. Per un albergo di rilievo, l’unica pubblicità efficace è la serietà e il passaparola – l’unico racconto da diffondere è l’attenzione agli sprechi e all’efficientamento energetico. A Milano, si è conclusa da poco una fiera di settore, il DUCO. La fondatrice, Carolina Perez, sceglie come account sul Social Media il nome di “The Hotel Queen” – forse peccando di superbia, proponendo consigli sugli hotel senza che di possa comprendere la razionalità delle selezioni (per intramezzo, qualche video ironico su luoghi comuni basici). 

Il migliore albergo d’Italia è in Trentino-Alto Adige

Per trovare il migliore albergo d’Italia bisogna andare in Trentino-Alto Adige. In questa zona, sia per lo statuto speciale della regione, sia per ingegno all’imprenditoria turistica, tutti gli alberghi presentano una qualità superiore (valutata sui codici espressi in questo testo). Il Vigilius è già stato citato. Il Miramonti sopra Merano è un altro esempio. Per trovare il migliore bisogna arrivare a Bressanone e da lì salire verso la fonte dell’acqua Plose.

Il migliore albergo d’Italia per sostenibilità e per buon vivere è Il Forestis nelle Dolomiti. Un antico rifugio curativo è stato oggetto di un intervento architettonico voluto da marito e moglie, tanto giovani quanto capaci di scegliere: Teresa Unterthiner e Steph Hinteregger. Tre torri sono state costruite in legno con intercapedini d’aria per il controllo delle temperature – si ergono sul panorama, sono invasive ma sono simbolo di qualche cosa che funziona. La struttura si alimenta a pellet, legno locale. Le camere in legno: soffitto, pareti e pavimento. L’acqua che scorre dai rubinetti è quella che in un ristorante di Londra può costare 20 sterline la bottiglia. Le mele del Tirolo sono fresche e essiccate – una garanzia, aiutano l’intestino. A cena, il menu è previsto dallo chef – come fossimo in una vecchia pensione italiana negli anni Cinquanta – ma con i dovuti accorgimenti: ogni sera ricette diverse senza dover occuparsi di scegliere la carta. La ricerca dei fornitori è locale, in rigore. Qualche difetto c’è – ma lasciamo adesso il plauso. Quello che conta è il percorso, l’intenzione – i risultati si raggiungono insieme.

Carlo Mazzoni

Terrazzo sulle Dolomiti, Forestis
Terrazzo sulle Dolomiti, Forestis
Forestis - vista dallalto
Forestis – vista dallalto
Forestis, l'edificio storico
Forestis, l’edificio storico
Argentaia, Toscana - piscina
Argentaia, Toscana – piscina
Tenuta dell'Argentaia, pietre, legno e acqua
Tenuta dell’Argentaia, pietre, legno e acqua

L’autore non collabora, non lavora né partecipa, non riceve compensi né finanziamenti, da alcuna azienda o organizzazione che possa ricevere vantaggi economici o di sorta dalla pubblicazione di questo articolo.

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