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Josif Brodsky, Ad Josif, Laguna B, Fabio Quaranta, Marcantonio Brandolini
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Contraddizione di un’uniforme: Fabio Quaranta e Marcantonio Brandolini, Ad Iosif

L’opera-uniforme Ad Iosif è ispirata a Iosif Brodskij – un ponte tra il laboratorio milanese Motelsalieri di Fabio Quaranta e l’azienda vetraria veneziana Laguna~B di Marcantonio Brandolini

Venezia e la letteratura: Iosif Brodskij fonte di ispirazione per Fabio Quaranta

Il nome di Iosif Brodskij, poeta russo premio Nobel per la letteratura, corrisponde al titolo dell’opera di Fabio Quaranta per Laguna~B. Espulso dalla sua Russia, Brodskij utilizzò il suo primo stipendio per trascorrere il Natale a Venezia, rimanendo folgorato: «È una città la cui bellezza ti fa subito capire che qualsiasi cosa riuscirai […] a produrre nella tua vita […] non sarà mai altrettanto bella. Venezia è inarrivabile. Se mi fosse concesso di reincarnarmi sotto un’altra forma, sceglierei di essere un gatto a Venezia, o qualsiasi altra cosa, purché sia a Venezia» Brodskij arriverà ad affermare in Conversazioni, L’arte della poesia. 

«Appena questo progetto mi è stato commissionato da Laguna~B – spiega Fabio Quaranta –ho pensato alla Venezia vista con gli occhi di Brodsky, al suo saggio dedicato a Venezia a cui sono particolarmente legato. Brodskij si sentiva a suo agio a Venezia e ne coglieva l’aspetto dell’acqua che riflette e deforma la sua bellezza»

L’opera Ad Iosif di Fabio Quaranta: la contraddizione di un’uniforme  

Motelsalieri, il laboratorio del designer Fabio Quaranta, si trova a Milano, in via Passo Pordoi, una zona liminare della città, estranea al caos del suo centro. A poca distanza da quello che Fabio definisce «contenitore di attività progettuali», laddove via Passo Pordoi si congiunge a via Quaranta – il nome è una casuale coincidenza – la strada asfaltata lascia il posto alla vegetazione. A lato del laboratorio si trovano il negozio, lo studio e la galleria, dove è attualmente in esposizione URANIA Not Original, un progetto multidisciplinare in cui i linguaggi della moda, dell’arte e della musica si incontrano nella selezione di capi d’archivio curata da Fabio stesso. Romano di origine, milanese e veneziano d’adozione, Fabio Quaranta si muove tra la professione di docente allo IUAV di Venezia e di designer presso il suo spazio milanese. Motelsalieri è anche il luogo che Marcantonio Brandolini, Direttore Creativo di Laguna~B, riconosce come suo spazio d’elezione a Milano. Veneziano di nascita, Marcantonio lavora nell’azienda di famiglia con l’obiettivo di dare un volto attuale alla produzione d’eccellenza di Murano: il vetro. Dal confronto creativo tra Marcantonio Brandolini e Fabio Quaranta è nato Ad Iosif, una rilettura della casacca dei mastri vetrai di Murano che coniuga in sé la contraddizione di essere un’uniforme e, al contempo, un pezzo unico. 

Fabio Quaranta, Venezia è una città che volge le spalle alla terra ferma e guarda al Mediterraneo

L’elemento acquatico, con la sua bellezza priva di forma, è l’elemento che in principio ha ispirato l’opera.  Come racconta Fabio Quaranta, Venezia è una città che volge le spalle alla terra ferma e guarda al Mediterraneo: «La sua acqua è un riflesso della realtà. A volte è increspata, a volte lineare. Trovandosi la laguna all’interno della città, mi fornisce un riflesso costante dei luoghi che le fanno da cornice. Questo mi permette di immaginare. Non sono veneziano: la mia prospettiva è quella di un visitatore abituale che osserva la città dal di fuori. Ogni volta che mi reco a Venezia, mi stupisco di come accada sempre la stessa cosa: una magia cui non so dare nome mi investe. Che periodo sta vivendo Venezia? Io credo che il momento sia dei migliori. La Biennale porta tutto l’anno cultura oltre ad un pubblico internazionale, tra arte, cinema, danza e architettura. Questo movimento si relaziona continuamente con l’apparato storico della città. E così, l’incanto di Venezia resta immortale».

Marcantonio offre un punto di vista personale sulla città, di cui in pochi conoscono l’origine «Posso dire di avere il mio rifugio nel mare. Quest’ultimo viene percepito come un’entità separata rispetto all’ecosistema veneziano. Si è forse persa una sensibilità o curiosità alla comprensione di determinati fenomeni. In pochi si chiedono come siano state edificate le città del passato – il modello attuale è quello di Las Vegas, costruita in mattoni con getti di cemento. Venezia, al contrario, è stata disegnata dal mare e dalla natura. Non c’è stato nessun architetto o costruttore che ne ha tracciato le forme a tavolino».

Milano, il design e l’appartenenza nella conversazione tra Fabio Quaranta e Marcantonio Brandolini 

Milano è la città con cui, chiunque lavori nell’ambito del design, deve confrontarsi: «Io sono a Milano da sette anni ormai – racconta Fabio – dunque un periodo breve ma sufficiente per capire la città. Venendo da Roma, ho trovato una buona accoglienza,  non era scontato. Si pensa spesso a questa – io direi finta – rivalità tra Roma e Milano. Credo tuttavia che nell’ultimo periodo Milano stia diventando una città d’élite. A breve, una città per pochi mancherà inevitabilmente di impulsi creativi, e Milano corre il rischio di stagnarsi. Quando sono arrivato a Milano era una città vivibile oltre che accogliente. Oggi si è allineata, anche sul piano dei costi, a metropoli come Parigi».

«I luoghi di Milano cui torno spesso? – racconta Marcantonio – Motelsalieri è lo spazio che preferisco. Siamo sulla linea di confine tra Milano e la provincia. Una passeggiata di dieci minuti e si è fuori dalla città. Questo aspetto in particolare mi attrae perché mi avvicina a Venezia – ogni volta che me ne vado mi sento un po’ spaesato. Rispetto al dibattito su Milano mi trovo d’accordo con Fabio: una città economicamente inaccessibile perde molto della sua spinta creativa. Perché i giovani se ne vanno? In primo luogo per i prezzi degli affitti. Questi sono aumentati anche per la forte richiesta dall’estero. Per chi viene da altre città europee Milano risulta meno caotica, a misura d’uomo, con prezzi più sostenibili. Un’ora di macchina e sei in montagna o al mare. In questo caso il confronto è positivo».

La manifattura del vetro: il racconto di Murano di Marcantonio Brandolini 

Murano è un’eccellenza nel panorama dell’arte vetraria europea che oggi si trova a fare i conti con un presente cui fatica a dare seguito. Pur coprendo un arco temporale esteso, la sua storia si compendia in un racconto breve: «Intesa come distretto del vetro – racconta Marcantonio – Murano nasce nel Tredicesimo secolo. Il suo sapere artigianale cresce nei secoli successivi anche grazie ad un rigido controllo rispetto alle tecniche utilizzate, che non potevano in alcun modo uscire dai confini dell’isola – vi era una polizia preposta affinché i maestri non uscissero dalla competizione con i vetrai boemi dell’Austria. La rivalità tra le parti prosegue finché, attorno al Diciannovesimo secolo, con la richiesta da parte dell’industria di nuovi beni di consumo, vengono fatti investimenti sul territorio di Murano da parte di grandi strutture produttive. Con la globalizzazione Murano crolla totalmente: si cerca di dare un nuovo impulso artistico ma senza una vera direzione. Molte delle fabbriche di Murano chiudono e quelle rimanenti producono oggetti puramente commerciali».

Marcantonio Brandolini: il ruolo di Venini nel rilancio del vetro veneziano

«Solo a inizio Novecento – prosegue Marcantonio – la produzione di vetro artistico riprende: nel 1921 apre Venini, la prima fornace dedicata esclusivamente alla produzione di vetro di design a Murano. Venini restituisce una boccata d’aria fresca finché, dagli anni Ottanta in poi, la produzione di Murano non vive una perdita totale di direzione diventando quello che è oggi, ovvero una produzione caricaturale di quanto è stato in passato. Non c’è stata una vera evoluzione nelle tecniche né nella costruzione e valorizzazione del prodotto. Questa è una breve timeline della storia di Murano. Il lavoro che noi abbiamo fatto negli ultimi anni è stato portare un valore estetico contemporaneo e una migliore gestione a un’azienda locale. Oggi esistono anche altre piccole realtà che cercano di portarsi a un livello più attuale di design e gestione del business. La percezione generale è però quella di un sentimento nostalgico. In termini di sostenibilità l’industria globale del vetro si sta muovendo, e così anche a Murano si stanno facendo investimenti, soprattutto per quanto riguarda l’efficienza dei forni. Se si vuole fare un vetro più sostenibile – anche se la parola ‘sostenibile’ per me non dovrebbe esistere, meglio dire ‘meno impattante’ – si rischia di avere dei design più semplici. Noi siamo pronti ad accettare il rischio. Sarà necessario arricchire la narrazione e la parte di comunicazione».

Fabio Quaranta, il racconto di Ad Iosif: il valore dell’uniforme

All’ispirazione letteraria di unisce il valore della ricerca rispetto ad un capo d’abbigliamento che richiede di essere attualizzato. Come spiega Marcantonio «L’idea iniziale era quella di realizzazione un’uniforme per Laguna~B: questa è stata la matrice del progetto. Poi abbiamo riflettuto sul concetto stesso di uniforme, che forse oggi appare desueto o comunque non positivo. Penso, per esempio, alle hostess costrette in gonne che limitano il movimento. Abbiamo quindi virato su un progetto diverso. In futuro vorrei andare più in profondità rispetto al tema delle uniformi, un discorso che si intreccia inevitabilmente con quello della fluidità dei generi».

«È un tema su cui lavoro da diverso tempo – racconta Fabio – L’uniforme non è data dalla vestibilità o dalle forme, ma da certi codici. C’è chi si sente a proprio agio con una vestibilità e chi con una gonna piuttosto che con un pantalone. I vestiti raccontano chi siamo e non vanno imposti. Quando si indossa qualcosa che non ci rappresenta allora l’atto stesso di vestirsi diventa una costrizione. Già vent’anni fa mi ero occupato di questo tema con il progetto Evoluzione con Maurizio Altieri e Yoko Ito. Ho indagato il concetto di sartoria e sono arrivato alla conclusione che le misure del corpo non corrispondono necessariamente alle misure dell’abito: l’abito su misura deve rispettare il modo in cui vivi o vuoi vivere».

«Tornando ad Ad Iosif – prosegue Fabio – ho chiesto a Marcantonio se potesse recuperare per me un’uniforme dei mastri vetrai di Murano. Inizialmente, volevamo realizzarne una copia in materiale idrosolubile e lasciare che si perdesse nella laguna come fosse un atto performativo. Abbiamo optato per un tessuto traslucido prodotto dall’azienda svizzera Schoeller che ricorda da vicino la materialità dell’acqua. Abbiamo rilevato la modellistica della casacca in modo industriale, mentre la camicia è stata realizzata completamente a mano. Ne è risultata un’opera in vetro su misura con bottoni in ceramica e asole di manifattura artigianale. Si tratta di un capo ‘limpido’ che riflette, proprio come l’acqua, l’immagine dell’industria del vetro».

Ad Iosif è un pezzo unico 

Tuttavia la linea di demarcazione tra capo d’abbigliamento e opera è molto fine, come spiega Fabio «La differenza è sottile. Io mi sono sempre sentito un designer, mai un artista. Quando Marcantonio mi ha chiesto di realizzare un’opera ho lavorato da designer, sebbene si trattasse di un pezzo unico. La differenza risiede nella tipologia di approccio. Come designer, io devo rispettare delle funzioni intorno ad un corpo, progettare intorno ad un corpo. L’artista può anche lavorare su un concetto, e dunque non realizzare niente. Non ha nessuna prerogativa dal punto di vista materiale. Un artista che lavora con i vestiti deve ‘lavorare per il mondo dei sogni’. Io devo lavorare per un mondo che esiste veramente, e questo comporta dei paletti».

I tempi della moda secondo Fabio Quaranta e Marcantonio Brandolini 

«I tempi di produzione dovrebbero rispettare dei tempi naturali – continua Fabio –  Io da qualche tempo ho fatto la scelta di non seguirli, e non per questo mi sento ‘fuori’. Su questo credo ci sia un problema ecologico ma anche intellettuale e creativo: è impossibile dar vita continuamente a idee convincenti. Personalmente, non faccio riferimento a nessuna corrente artistica in particolare. Sono affascinato dalla diversità. Se proprio dovessi trovare un filo rosso, parlerei della sincerità progettuale».

«Il nostro lavoro è fatto a mano e lavoriamo made to order – spiega Marcantonio – Quest’ultima è una soluzione a mio avviso ottimale in quanto permette di capire con l’utilizzo della tecnologia quali sono i volumi richiesti dal consumatore. In tal modo non si impone al consumatore di comprare, piuttosto si cerca di comprendere di cosa abbia effettivamente bisognoLa necessità di vendere tutto quanto si è prodotto porta allo stremo creativo. Il made to order limita di molto la sovrapproduzione, un carattere distintivo del fast fashion ma anche del mercato attuale in senso ampio. Nei nostri trent’anni di attività abbiamo accumulato talmente tanto campionario e un archivio così vasto che non vi è necessità di cercare aspirazione altrove. La creatività è un fatto intuitivo che può declinarsi nella capacità di saper scegliere da un archivio. In tempi moderni e postmoderni la creatività deve avvalersi dei cataloghi per costruire».

Fabio Quaranta

Fabio Quaranta è fashion designer, ricercatore, curatore, fashion buyer e consulente tra le città di Roma, Milano e Venezia. Nel 2006 ha fondato Motelsalieri, uno spazio multidisciplinare dedicato alla moda, all’arte contemporanea e alla musica. Dal 2010 è docente presso lo IUAV di Venezia, dove è titolare dell’insegnamento Laboratorio di Collezione Finale del corso di laurea magistrale in Arti Visive e Moda.

Marcantonio Brandolini 

Marcantonio Brandolini è Direttore Creativo di Laguna~B, azienda vetraria fondata nel 1994 da Marie Brandolini. Il ruolo di Marcantonio a guida dell’azienda lo vede oggi impegnato in progetti e collaborazioni intesi a promuovere il valore dell’artigianato veneziano. 

Stella Manferdini

Uniforme, Ad Josif, Laguna B, Fabio Quaranta, Marcantonio Brandolini
Uniforme, Ad Josif, Laguna B, Fabio Quaranta, Marcantonio Brandolini

L’autore non collabora, non lavora né partecipa, non riceve compensi né finanziamenti, da alcuna azienda o organizzazione che possa ricevere vantaggi economici o di sorta dalla pubblicazione di questo articolo.

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